Sunday, September 24, 2006

è sempre questione di maria

Il cuore contro la legge?

per lo stato, per gli stati, maria dovrebbe tornare a casa.

per i genitori, e per lei stessa, la casa è cambiata, lei è già a casa.

ci sono questioni che mettono in crisi il nostro modo di percepire la convivenza con gli altri.
Dobbiamo rispettare la legge? O i nostri più profondi desideri? Le nostre convinzioni e i nostri principi?

credo che questo, come altri nella storia, sia un caso eccellente per porre in dubbio i dettami del vivere in comune.

La legge è sempre giusta?

Parrebbe di no.


Come non lo è quella della procreazione biologica per i cattolici (maria ha partorito senza rapporto sessuale. Boh, ognuno crede a quello che vuole...), come non lo è quella che criminalizza l'uso -consumo, vendita...- delle droghe leggere per tanti che non convengono con le teorie proibizioniste (figuriamoci per i consumatori, criminali per legge ma non per morale), come non lo è quella del necessario rimpatrio di maria, per lei e per i suoi genitori (nonché per una buona parte di opinione pubblica)

Ma allora, forse, lo scandalo non sta nell'uso di un minore per fomentare la morbosità mediatica (che rimane vergognoso), e non sta nella ripicca bielorussa di non concedere più viaggi in italia ad altri bambini (i deboli ci rimettono anche questa volta!) o nel complicare ancor più le pratiche adozioniste (che sono buchi profondi e costosi), ma, forse, lo scandalo che suscita questa storia, deriva dall'averne fatto un problema di cuore contro ragione invece che una questione principe del diritto.

Che diritto hanno di contravvenire alla legge?
Oppure... che è il problema che mi sta più a cuore...
Quando i cittadini possono ribellarsi alla legge? Quando i principi dell'uomo devono avere ragione sul diritto dello stato? Come ci si difende dalla macchina impersonale della legge?

In fondo credo, qualunquisticamente, che se la coppia italiana avesse più mezzi (economici e sociali... agganci e conoscenze), questo problema non sarebbe nemmeno sorto.

Ancora più in fondo, credo che una lotta debba essere sostenuta quando tocca questioni fondamentali di diritto e convivenza.

Sono addolorato che tutto si giochi sugli affetti e sulle sorti di una bambina.
Per gli stati è una questione diplomatica. Per gli spettatori un altro caso su cui piangere.
Per chi la vive è una tragedia.

E preferisco trarne riflessione che avvinghiarmi sulle ragioni e sui torti.

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